È l’aratro che traccia il solco, ma è il SUV (4×2)*** che ci s’impantana

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Le strade di campagna, quando piove, possono diventare trappole fangose e impraticabili, soprattutto per chi, alla guida di un SUV*** – rigorosamente a trazione anteriore – confida di poter superare (quasi) ogni ostacolo perché la sua auto sembra un fuoristrada.

Sembra.

Tra settembre e ottobre 2023 nel punto ritratto in queste foto sono rimaste bloccate almeno 13 auto. Si trova lungo la Cassia Vecchia, a 5 km da San Quirico d’Orcia, all’imbocco di un sentiero che porta a un crinale dal quale si gode una visione fantastica del Monte Amiata, da un lato, e della Val d’Arbia, dall’altro. Il sentiero mostra evidenti segni di pneumatici (come si vede nella prima foto), molto probabilmente lasciati dalle eterne, indistruttibili e inarrestabili Panda 4×4 di persone del posto. Le Panda 4×4 vecchio modello, quelle squadrate come scatole da scarpe, non conoscono ostacoli e si fermano solo quando finisce la benzina.

I solchi sono così in natura, allo stato brado. Evitateli, a meno che non guidiate una Panda 4×4.

Insomma, c’è questo spiazzo, a metà tra l’asfalto della Cassia e l’erba dei campi: quando è da un po’ che non piove è secco come una vecchia crosta di formaggio, ma diventa fangoso quando d’acqua ne è venuta giù almeno un po’ nelle ultime ore.

Ora, lo spiazzo sarà anche fangoso, ma è sincero: dice chiaramente che chi prova a passarci con l’auto ci resta dentro. I solchi (evidenziati nei riquadri rossi nella foto più in basso) profondi fino a 25 centimetri sono stati scavati dagli pneumatici a furia di sgasate decise che raggiungono il solo scopo di far affondare l’auto ancora di più.

Funziona così: il guidatore (o la guidatrice) adocchia il sentiero panoramico, vede le tracce lasciate dagli pneumatici delle Panda 4×4 e pensa di poterlo raggiungere facendo un sol boccone dello spiazzo fangoso, grazie al suo SUV*** (a trazione anteriore).

Si avvicina più o meno cauto, immerge le ruote anteriori nella mota e sente che perdono aderenza. Allora cosa fa, di solito, il guidatore? Accelera. Vruuum!

Ogni sgasata, le ruote davanti si immergono nel fango mezzo centimetro in più.

Vruuuuum! Mezzo centimetro in più nella melma.

Vruuuuuuuuuuummm! Bravo, continua, ancora un po’ e t’infogni del tutto.

Vruuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuummmmmmm! Complimenti. Ora la ruota è nel fango quasi per metà e l’auto è bloccata.

Io c’ho provato a fermarli, quando li ho visti puntare il muso dell’auto verso lo spiazzo e la terra era fradicia di pioggia… Ho agitato le braccia come un addetto al decollo dalle portaerei, ho gridato, ma nulla. Non sono riuscito a salvarne nemmeno uno (“Sì, t’ho visto che ti sbracciavi e urlavi qualcosa, ma pensavo che mi stessi salutando!”).

Quando si rendono conto di essere bloccati, scendono dall’auto. Cercano vanamente assi di legno o pezzi di plastica da mettere sotto le ruote per far presa. Li vedi, stupiti di come il loro SUV*** (a trazione anteriore) li abbia inspiegabilmente traditi in soli (!) 25 centimetri di fango.

A quel punto il guidatore (o la guidatrice) non sa cosa fare. Magari è vestito(a) da grande soirée perché si sta recando a cena in un ristorante di pregio, e lo (la) vedi che zompetta sulle punte per non sporcarsi le scarpe. Invece se le sporca eccome, insieme ai pantaloni, alla gonna, alle calze, alla camicia… Vedeste come risaltano, le Louboutin rosse nella mota.

I più ottimisti passano all’azione: i passeggeri dell’auto si mettono a spingere in avanti (verso il sentiero) o all’indietro, per tornare sulla Cassia, mentre chi è al volante sgasa con convinzione, ottenendo un duplice risultato: l’auto affonda ancora di più, e chi spinge diventa una maschera di fango.

Tedeschi, napoletani, fiorentini, cinesi, olandesi, milanesi, bolognesi… Lo spiazzo fangoso non fa distinzioni: li blocca tutti. In un paio di mesi si sono impantanati almeno in 13.

Di solito, dopo un po’ di tentativi che non hanno sortito effetti, se non quello di avermi fatto imparare imprecazioni che fino a quel momento ignoravo, in vari dialetti e in più lingue, il guidatore si rassegna e chiama l’assistenza stradale.

In pochi minuti, il carro-attrezzi toglie dal fango l’auto e il guidatore può così riprendere la strada, dopo aver imparato un’importante lezione: quando c’è fango, le ruote non si mettono nei solchi.

*** Non ho nulla contro i SUV, e più della metà delle vetture che sono rimaste bloccate nel fango erano city-car o berline. Semplicemente, mi è rimasto impresso un signore che, quando gli ho detto che era inutile – anzi: controproducente – accelerare con le ruote già semi-sommerse, è scoppiato a ridere dicendo “Guarda che questo è un SUV, è nato per il fango!” Ovviamente, il suo SUV (a trazione anteriore) l’ha tirato fuori il carro-attrezzi.

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